Andrea Bella Concept: il Design per custodire le proprie emozioni
Tratto da Dawanda
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Quali sono i prodotti più rappresentativi di Andrea Bella Concept?
1. Il tavolo FLO: l’onda bianca come base del tavolo esce dai canoni usuali e mantiene viva la mia idea di libertà. In se racchiude, attraverso la semplicità di una linea curva, la propria essenzialità funzionale.
2. THEb (servo muto): ironica ed “enigmatica”, attraverso un’intersezione di forme geometriche elementari, alimenta nell’osservatore la curiosità di scoprirne la funzione, lasciando eventualmente ad esso la libertà di inventarne una.
3. La libreria da terra LIBRO: rappresenta la mia personale ricerca dell’essenzialità quando immagino un’oggetto ed il suo destino funzionale.
Dove trovi l’ispirazione per i tuoi prodotti e quanto tempo dedichi a questa attività?
Normalmente LA trovo, o meglio è “LEI” che mi raggiunge in quei brevissimi istanti di ” silenzio mentale “, in cui mente e cuore sono liberi di parlarsi e non di confrontarsi. Purtroppo questi momenti sono quasi un lusso e credo andrebbero coltivati con maggiore perseveranza. Se parliamo di luoghi fisici, prediligo tutti quei punti di osservazione che mi consentono di guardare lontano, senza troppi vincoli intorno, anche se ad essere sincero, molte idee mi vengono quando guido la macchina. Non saprei quantificare con esattezza il tempo dedicato, a volte sono solo attimi.
Crei i tuoi prodotti come hobby o come professione?
Mi piacerebbe poter dire che non c’è professione che riesca meglio di un hobby, quando l’hobby diventa la tua professione, senza essere accusato di proporre una riflessione banale!
Qual è la tua professione? Che cosa hai studiato?
Sono architetto; ma in fondo un oggetto di design è come un bell’interno di una casa: solo non puoi starci dentro ma più probabilmente sopra.
Fai una breve presentazione di te stesso:
Se tralasciamo i particolari fisici che sarebbero più interessanti in un concorso di bellezza, credo di poter affermare di essere una persona che ama le cose semplici, l’aria aperta e tutto ciò che è natura mentre detesto la confusione ed i rumori assordanti. Frequento volentieri pochi amici per volta ed ho una passione sfrenata per quei pomeriggi o serate d’autunno passate davanti ad un camino acceso. I miei giorni, che non si differenziano tra feriali e lavorativi, si mescolano tra reali moti di ispirazione e non, slanci verso idee che poi svaniscono o altre che prendono forma, tra i bellissimi attimi trascorsi con la mia compagna.
Come hai scoperto la tua vena creativa e chi ti ha ispirato? Hai qualche modello nel campo del design? Se sì, chi e perché?
Veramente ogni volta è il processo creativo a recuperarmi; e sempre mi sorprende, non perché sia diverso, ma perché nonostante, alcune volte, ci senta lontani dalla meta, si finisce per arrivarci proprio come una pallina da golf che rotola attorno alla buca prima di caderci. Insomma questa “creatività” è come un gioco a nascondino: non l’ho mai scoperta, mi ci ritrovato semplicemente e naturalmente a giocare. Parlando di riferimenti e modelli nel campo del design, mi piace sempre nominare Philip Stark per, quella che è per me, l’elegante ironia di tante Sue opere, ed Ingo Maurer per l’ineguagliabile poesia delle Sue creazioni.
Come arrivi all’idea per i nuovi prodotti? Con quali materiali lavori maggiormente e perché?
Come dicevo, l’idea non è mai chiara e delineata. Si presenta come una sensazione, e come un gioco a nascondino, si rivela a tratti, per altro, nemmeno ben definiti; qualcosa dentro ti suggerisce cosa mantenere e cosa scartare, ma non esistendo regole per trasformare le sensazioni in segni, ed in questo credo risieda l’unicità di ogni creazione, si percorrono strade non disegnate su nessuna mappa fino a riconoscere senza dubbio, improvvisamente, il bivio giusto. Lavoro molto con il Corian® Dupont®, che considero un materiale estremamente elegante, inconsueto e ricco di potenzialità.
Descrivi brevemente il processo del tuo lavoro creativo:
Inizia sempre da un foglio di carta, spesso sono i tovaglioli del bar. Da subito è l’accenno più o meno definito di ciò che immagini dovrà essere senza ancora sapere come potrà esserlo, ma la sensazione di quell’idea è irresistibile. Dopo qualche metro quadrato di schizzi, irrinunciabilmente a matita e pennarello, bisogna trovare il modo per raccontare alle persone che collaborano con te che questo oggetto sarà semplice da realizzare e bellissimo da vedere ( a volte qualche schizzo parla da solo ). Dal quel momento inizia un periodo di apnea in cui si vorrebbe arrivare subito alla fine senza passare dai soliti imprevisti che a pochi metri dalla cima ti fanno sembrare tutto impossibile: ma alla fine l’idea trova forma e ragione.
Come descriveresti il tuo stile e che cosa lo caratterizza?
Lo definirei “minimal warm”, due termini che potrebbero descrivere concetti distanti tra loro, ma proprio nel punto dove questi concetti possono incontrarsi, cerco di far stare le mie creazioni. Sono convinto che il calore di un oggetto non sia direttamente legato ad una complessità o ridondanza formale esattamente come la semplicità della sua geometria non trasmetta per forza una sensazione di asetticità.
Come vedi il tuo futuro come designer/creativo? Con che cosa ci sorprenderai ancora?
Mi auguro un futuro allineato alla creatività e capacità di stupire del nostro bel Paese! Continuerò la mia ricerca nel settore che sto coltivando, dei complementi di arredo interno, iniziando ad aprire qualche spiraglio verso i complementi per l’arredo esterno.
Hai dei collaboratori con i quali puoi scambiare le tue tecniche, trucchi e idee? Quanto è importante per te il rapporto e lo scambio con gli altri creativi?
Collaboro principalmente con le persone che insieme a me realizzano fisicamente i miei progetti, esperienza impagabile per acquisire ciò che il foglio bianco non racconta. E’ uno dei momenti più entusiasmanti del processo creativo/costruttivo sia perché l’idea prende forma sia perché questo momento è spesso l’incipit per la prossima creazione. Trovo il confronto con gli altri creativi un passaggio importante, una bella esperienza per apprezzare come, se si confrontano oggetti con funzioni simili, il processo creativo si declini in forme tanto diverse.
Sito internet preferito (blog, siti, portali, ecc.)
Ovviamente DaWanda! Inoltre visito spesso siti come archiproducts, Archiportale, Europaconcorsi etc.
Che cosa ti aspetti da questa piattaforma?
Mi auguro che sia il canale per dare spazio alla creatività che non porta ancora la firma della grande produzione.
I tuoi negozi preferiti su DaWanda?
Un aneddoto particolare legato a DaWanda? Che cosa ne pensi? Se dico DaWanda, dici?
Trovo DaWanda un’ottima piattaforma, ricca di contenuti su un ampio orizzonte tematico. L’organizzazione della piattaforma è semplice, chiara e piacevole da navigare, credo possa dare molta fiducia al visitatore seriamente interessato ad un acquisto. Se dici “Da ( spazio ) Wanda” dico “Trovi!”
Visitate il suo negozio AndreaBellaConcept per ammirare ed acquistare questi e altri fantastici oggetti d’arredo.
Grazie Andrea per averci fatto conoscere “un mondo dove l’essenza più autentica di un desiderio può prendere forma attraverso la materia, la luce, le ombre e i colori.”