Scenari – Quando il minimal scalda l’ambiente
“Ogni progetto apparirà al nostro committente come un magnifico viaggio da ricordare”. E’ un concetto che l’architetto Andrea Bella ripete più volte guidando l’interlocutore attraverso la sua professione e la modalità con cui l’affronta e rappresenta un’efficace sintesi del suo modo di essere architetto.
“La vocazione all’interior design personalizzato è maturata con specifica cognizione di causa – premette – poiché tutto nei nostri progetti è disegnato – dalla seduta agli spazi in cui si articola la costruzione -, di modo che alla fine il committente riesca a vivere una storia: tutto è armonico, amalgamato, rispondente a un filo conduttore”.
Rapportarsi con le realizzazioni dello Studio dell’architetto Bella, che ha avviato una sua realtà oltre 10 anni fa dopo aver maturato esperienza in altro contesto, è come confrontarsi con un regista che ha pensato ogni parte entro un progetto complessivo, come i diversi movimenti che compongono una partitura musicale, alla fine organica pur nella sua complessità.
Con questa visione del mondo, l’attività dell’architetto (www.andreabella.it) e dei suoi collaboratori spazia in diversi ambiti, sviluppando progetti per il recupero e la ristrutturazione di appartamenti, loft, uffici e locali commerciali, nel corso dei quali i professionisti sono presenti in ogni momento del processo di creazione e di realizzazione.
“Warm minimal architecture” recita una parte del claim dello Studio e queste due parole racchiudono molto delle fonti d’ispirazione dell’architetto. “Caldo e minimal sembrano formare un binomio contraddittorio – ragiona -, ma forse proprio per questo l’abbinata è estremamente stimolante: warm richiama l’accoglienza, ma non deve eccedere nella ridondanza; minimal concepisce l’essenziale, che non deve però essere asettico, quasi inanimato”. Nello spazio lasciato da questa dualità si insinua la creatività avendo cura di esaltare la funzionalità degli oggetti e degli spazi per una casa in cui “si sta bene”.
Da questa concezione è nato, per esempio, “Flo”, un’onda bianca su cui è adagiato un piano di cristallo: il massimo dell’essenzialità per un tavolo che deve essere funzionale nel mentre sorprende. Così unico da essere stato esposto alla Biennale di Venezia, all’interno del Padiglione Italia nel 2012.
“I concetti di bello e di brutto per se stessi non ci appartengono – spiega -, poiché ciò che è importante è realizzare ambienti dove il committente deve percepire una sensazione di benessere permanente”. Perciò, ammette, “siamo anche un po’ psicologi: ogni progetto, infatti, inizia sempre da un confronto psicologico con l’interlocutore. Siamo interpreti della sua idea, seppure entro i nostri canoni. Ma, forse, su quelli c’è già una condivisione di fondo, se si è arrivati al confronto progettuale”.
L’obiettivo, dunque, è quello di “avere la capacità di realizzare un sogno e ciò non è sinonimo di ambienti ricchi ed esclusivi. Si può dar concretezza a un sogno in tante maniere, giocando sui volumi, sulle luci e sulle ombre, su una molteplicità di dimensioni”.
Operativamente ogni progetto dello Studio di Andrea Bella nasce in maniera organica, pensando cioè a tutti gli aspetti che concorrono al benessere di un’abitazione, di un ufficio, di una clinica o di una struttura da recuperare. “Agiamo come unica interfaccia nei confronti dei clienti, che sono soprattutto privati, ed è chiaro che nel progetto architettonico entrano in maniera organica anche gli gli aspetti impiantistici e tecnologici in virtù della consulenza attiva che abbiamo con diversi specialisti”.
Bella ha tra i suoi punti di riferimenti l’architetto Frank Lloyd Wrigtht, dal quale mutua una considerazione di fondo: “Un ambiente non si riempie, si crea”. Ecco perché “ogni spazio è creato sin dalla nascita per quella che sarà la sua destinazione finale: l’angolo per la lettura, il luogo per la colazione, per la notte”. Alla fine sembrerà che i luoghi siano stati pensati proprio per ciò che si sta vivendo in essi in quel momento. Accuratissima è la direzione lavori, poiché sempre si realizzano soluzioni che sono delle invenzioni. Noi creiamo gli ambienti attraverso l’arredo, i passaggi, gli armadi, i tessuti, i muri quasi scompaiono”, conclude.